Die Welt nach dem Ende der Welt
Ein Mann und ein Kind schleppen sich durch ein verbranntes Amerika. Nichts bewegt sich in der zerstörten Landschaft, nur die Asche im Wind. Es ist eiskalt, der Schnee schimmert grau. Sie haben kaum etwas bei sich: ihre Kleider am Leib, einen Einkaufswagen mit der nötigsten Habe und einen Revolver mit zwei Schuss Munition. Ihr Ziel ist die Küste, obwohl sie nicht wissen, was sie dort erwartet. Die Geschichte der beiden ist eine düstere Parabel auf das Leben, und sie erzählt von der herzzerreißenden Liebe eines Vaters zu seinem Sohn.
I think the takeaway with this tale is to never stop trying, to never give up. There’s no promise of something better, just the very human decision to will yourself forward. That if a better place is indeed out there, it can only be reached through effort, one step at a time.
Sicuramente è un limite mio, ma la vedo più che altro come una pura faccenda di sensibilità e gusto:
riconosco l'importanza assoluta del romanzo (e ne apprezzo molti dei derivati - Last of Us, per citarne uno dei tanti), comprendo l'efficacia della resa del viaggio e mi è chiaro come svariati elementi possano affascinare molti lettori. Però, per il mio gusto, sono state 218 pagine estremamente faticose e frustranti, specie per una questione di forma.
La cifra dell'essenzialità di McCarthy è potente e lo capisco, ma dopo l'ennesimo "Ok? Ok." a mescoppiava la testa: datemi pure il più prolisso dei romanzi russi con millemila nomi, dialoghi e soprannomi, annoiatemi pure con descrizioni ampollose di roba superfula ma davvero, credo che le preferirò sempre a questa mostruosa asciuttezza. Confesso di aver sperato in più di un occasione che padre e figlio venissero finalmente giustiziati col lapidario colpo di grazia che si …
Sicuramente è un limite mio, ma la vedo più che altro come una pura faccenda di sensibilità e gusto:
riconosco l'importanza assoluta del romanzo (e ne apprezzo molti dei derivati - Last of Us, per citarne uno dei tanti), comprendo l'efficacia della resa del viaggio e mi è chiaro come svariati elementi possano affascinare molti lettori. Però, per il mio gusto, sono state 218 pagine estremamente faticose e frustranti, specie per una questione di forma.
La cifra dell'essenzialità di McCarthy è potente e lo capisco, ma dopo l'ennesimo "Ok? Ok." a mescoppiava la testa: datemi pure il più prolisso dei romanzi russi con millemila nomi, dialoghi e soprannomi, annoiatemi pure con descrizioni ampollose di roba superfula ma davvero, credo che le preferirò sempre a questa mostruosa asciuttezza. Confesso di aver sperato in più di un occasione che padre e figlio venissero finalmente giustiziati col lapidario colpo di grazia che si dà all'animale morente.
Comunque, direi che ci può stare: non mi piacciono nemmeno i Beatles, ma adoro un sacco di band che si sono ispirate a loro.